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Vi presentiamo alcune tavole disegnate dall'autore Fabio Dal Din

Cari lettori,

 

desideriamo proporre alcune tavole disegnate da Fabio Dal Din, autore del libro delle nostre Edizioni "L'ingiustizia militare. Esecuzioni sommarie, fucilazioni e punizioni nelle fila del Regio Esercito durante la Grande Guerra"

"La Prima Guerra Mondiale è stata un punto di svolta nella storia dell'umanità, ciò è innegabile. Eppure, anche in un evento così tragico, è stata fatta una selezione delle cose su cui è bene soffermarsi e quelle sulle quali è più opportuno soprassedere. La mente umana stessa, del resto, tende a rimuovere più in fretta elementi che la rendono inquieta mentre, al contrario, rinnova continuamente e a volte esalta fatti che ritiene positivi.
 
[...] Non si è parlato dunque molto di frequente di soprusi interni allo stesso esercito combattente, della giustizia militare verso i soldati e i civili; ancor meno di punizioni ed esecuzioni sommarie."
 
Questo passo tratto dall'introduzione del libro ci presenta un tema spesso sottovalutato o dimenticato che merita di essere conosciuto ed approfondito con attenzione ed imparzialità
Vi presentiamo tre tavole che riproducono alcune tematiche affrontate nel libro.
La prima tavola raffigura due soldati legati ed esposti in prima linea per punizione.
La seconda tavola raffigura un soldato in trincea che si procura una mutilazione volontaria. "Un altro reato che ebbe larga diffusione fu il reato di mutilazione volontaria, cioè il rendersi inabili alla guerra procurandosi lesioni momentanee o anche permanenti." (F. Dal Din) Questa e altre forme forme di dissenso sono menzionate nel libro, non prescindendo dal delineare il sistema disciplinare del Regio Esercito e del sistema penale vigente negli anni 1915-1918.
La terza tavola, a nostro avviso, è particolarmente interessante: raffigura il memoriale "Shot at Dawn" (Fucilato all'alba) dedicato ai soldati fucilati nella Grande Guerra presso il Parco delle Rimembranze di Alrewas nello Staffordshire in Gran Bretagna, inaugurato nel 2000. Il monumento raffigura un ragazzo bendato in uniforme in piedi davanti al plotone di esecuzione. Si tratta di un primo ed importantissimo passo per ricordare un’altra tipologia di “vittime” della guerra stessa: i soldati uccisi per mano dello stesso esercito di appartenenza, vittime di una disciplina rigorosa ed, in alcuni casi, della sua sommaria interpretazione.
E' possibile acquistare il libro al link: libro

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